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USA

 

Il vero flusso di immigrazione degli Italiani verso gli Stati Uniti  iniziò dopo il 1850, ed in particolare negli anni a cavallo di fine e inizio secolo: in questo periodo all’incirca 4 milioni emigrarono dall’Italia per trasferirsi in questo paese.

 

Nel 1880 Baltimora, nel Maryland, contava una popolazione di 184 italiani, che via via aumentò, fino a formare una grande comunità composta in buona parte da genovesi ed abruzzesi. Proprio dall’Abruzzo ha origine il ceppo Bonolis degli Stati Uniti, stanziato quasi esclusivamente nella zona di Baltimora.

 

 

Dai manifesti originali delle navi approdanti ad Ellis Island  (www.ellisisland.org) , passaggio “forzato” per ogni immigrante, si rilevano le seguenti trascrizioni:

 

Nome

Provenienza

Anno

d’arrivo

Età

Destinazione

Mestiere

Vincenzo Enrico

Teramo

1907

49

Andava a raggiungere il fratello Francesco a Baltimora (ma esisteva?)

Ciabattino

Linda

Teramo

1907

20

Giunta con una nave diversa, andava a raggiungere il padre Vincenzo

 

Paolo

Teramo

1907

17

Idem

 

Gaetano

Teramo

1901

27

N/D

N/D

 

Molti Italiani emigrati all’estero ritornarono per servire la patria e combattere nella I e soprattutto nella II Guerra Mondiale. Gaetano non fece più ritorno negli Stati Uniti, ma rimase a Teramo per iniziare la sua propria discendenza.

Il contributo di Adele Macher, nata Lazarowicz e discendente di Elvira Bonolis (1888), ha permesso l'arricchimento del seguente albero genealogico da Paolo Umberto Riccardo (1890) in poi:

 

 

Non sono stati inseriti i nomi completi ma chi desideri apparire non avrà che comunicarcelo e sarà un piacere poterlo scrivere per intero.

 

COLOMBIA

 

Durante il XIX secolo, in molti paesi dell’america latina vi furono momenti in cui l’immigrazione veniva considerata uno strumento essenziale per la creazione di una società e comunità politica moderna.  Intorno alla metà dell’800 l’immigrazione in Colombia fu molto limitata, con una presenza di meno di 850 stranieri provenienti dall’Europa e dal nord America.

Ma prima della fine di quel secolo la immigrazione ebbe impulso grazie allo sviluppo dei trasporti navali e soprattutto all’attività delle agenzie per l’emigrazione incaricate da società di imprenditori, soprattutto europei, per portare forza lavoro nei luoghi dove esisteva attività di sfruttamento di ricchezze agricole e minerarie, come in Colombia.

 

La costruzione della ferrovia di Panama (1848-1855), (*) con grandissimo dispiego di mano d’opera, e lo sfruttamento delle miniere d’oro favorirono l’arrivo di molti ingegneri europei e operai specializzati.

 

Molti emigranti, infine, arrivarono in Colombia addirittura per sbaglio:  lo scalo al porto di Santa Marta veniva scambiato per l’approdo finale negli Stati Uniti o in Argentina e, una volta scesi dalla nave, ci si accorgeva troppo tardi dell’errore….

 

(*)  In quel periodo storico Panama formava insieme alla Colombia lo stato di“Nuova Granada”

Due scorci della città di Monteria nel XIX secolo; sopra, una stampa dell’epoca raffigura la costruzione della linea ferroviaria.

 

La traccia più lontana nel tempo è quella di José Bonolis Santos, nato a Monteria, nello stato di Cordoba, nel 1872.

Sono in corso ricerche per stabilire se il padre, o il nonno di questo lontano Bonolis fosse italiano o, chissà, considerando la lingua, magari spagnolo, il che aggiungerebbe sicuramente una nota interessante alla nostra ricerca.  Cosa lo aveva portato nella lontana Colombia? Era un commerciante?  Un diplomatico? Un marinaio?  Faceva parte della popolazione zingara spagnola e quindi inviato di forza nel sud america intorno al 1775-1800?  Oppure era un fuggiasco?

               Grazie a Leila Yanet Guerrero Bonolis abbiamo cominciato a seguire una traccia …

 

 

VENEZUELA

 

Caracas: piccolo, grande RA  Il tuo babbo ti guarda dal cielo: è la stella che brilla di più, la vedrai sempre, è la stessa che vedremo sempre anche noi qui dall’Italia.

ITALIA (con Francia e Belgio)

 

Mentre è chiaro il legame tra i Bonolis di Teramo e quelli di Napoli, la concentrazione di questo nome sul Lago Maggiore, che ha dato poi il via ai Bonolis in Francia, non sembra aver avuto la stessa origine, se le informazioni fino a qui ottenute sono corrette (‘700 nel nord, ‘400 al centro, vedi Note Genealogiche).  

Con il grande flusso di emigrazione che iniziò durante la seconda metà dell’800, anche la Francia fu destinazione scelta dagli emigranti italiani, provenienti soprattutto dalle regioni del nord, che andavano a compensare la diminuzione degli espatriati di altri paesi, così come gli altri connazionali che si recavano in America rimpiazzavano la precedente ondata di immigrazione anglosassone. 

Durante quegli anni in Francia, a parte l’impegno del controllo del suo impero coloniale,  era già iniziato il processo di sviluppo industriale ma, contrariamente alla tendenza di aumento di popolazione negli altri paesi limitrofi, già nell’800 in quel paese si verificava una definitiva tendenza al contenimento della crescita dei suoi abitanti, e non erano disponibili abbastanza risorse umane da impiegare in settori come l’edilizia, le costruzioni ferroviarie, cave e miniere, ecc.

Già durante il periodo del Risorgimento italiano, intorno al 1850, la Francia aveva rappresentato un rifugio per i perseguitati politici italiani.

Alla fine del XIX secolo il numero di italiani presenti in Francia, senza contare i lavoratori di tipo stagionale, si aggirava intorno ai 300.000, ed era formato in prevalenza da manodopera edile e agricola, e operai metallurgici che rappresentavano una forza lavoro a basso costo rispetto ai lavoratori nazionali per i quali erano previste prestazioni assistenziali da parte dello stato.  Nonostante essi si accontentassero di salari bassi, gli italiani furono protagonisti della vita sindacale di quel tempo e fomentatori di scioperi scoppiati in diverse parti della Francia meridionale di allora.

Con la presenza di questa forza lavoro, fiorirono anche molti laboratori, botteghe e officine di vario tipo di proprietà italiana.

 

Lago Maggiore

 

 

 

 

Domenico, capostipite del Belgio, Giuseppe, della Francia, e Carlo: potevano essere fratelli?

 

 

 

 

 

 

Teramo

 

I seguenti alberi genealogici sono ovviamente da considerarsi incompleti, soprattutto per quanto riguarda gli anni dal 1860 in poi.

Le professioni, o mestieri, sono tratti dagli atti di nascita ovvero il padre – o chi per lui – normalmente lo dichiarava insieme ad altre informazioni al  momento della registrazione della nascita.

Per quanto riguarda i nomi delle mogli, per motivi di spazio non è stato sempre possibile inserirli ma, ove disponibile, l’informazione può essere fornita su richiesta specifica.

I nomi dei morti in giovane età non sono quasi mai riportati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Napoli

 

La fuga da Teramo nel 1820 del pittore Giuseppe Bonolis (vedi sezione “Personaggi”), segna l’inizio del ceppo napoletano.   Maurizio di Napoli ci fornisce con entusiasmo il suo albero genealogico:

 

 

   

 

 

 

Questo stemma fu trovato tra le carte  del bisnonno Ettore. Forse era appartenuto proprio a Giuseppe (vedi biografia nella sezione Personaggi) che, armato da fervore patriottico, deve aver apposto l'arcobaleno tricolore allo stemma già esistente.

 

ARGENTINA

 

Vi fu un Giuseppe Bonolis, dichiaratosi agricoltore, che il giorno 17 febbraio del 1889 scese da una nave partita da Genova. Il nome della nave: "Duchessa di Genova". L'età di Giuseppe: 38, celibe. Riuscì a trovare fortuna in quel paese? Non sembrerebbero esserci tracce di odierni Bonolis in Argentina, ma non si può mai dire.........

 

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