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USA
Dai manifesti originali delle navi approdanti ad Ellis Island (www.ellisisland.org) , passaggio “forzato” per ogni immigrante, si rilevano le seguenti trascrizioni:
Molti
Italiani emigrati all’estero ritornarono per servire la patria e
combattere nella I e soprattutto nella II Guerra Mondiale. Gaetano
Il
contributo di Adele Macher, nata Lazarowicz e discendente di Elvira
Bonolis (1888), ha
permesso l'arricchimento del seguente albero genealogico da Paolo Umberto
Riccardo (1890) in poi:
Non
sono stati inseriti i nomi completi ma chi desideri apparire non avrà che
comunicarcelo e sarà un piacere poterlo scrivere per intero. COLOMBIA
Durante il XIX secolo, in molti paesi dell’america latina vi furono momenti in cui l’immigrazione veniva considerata uno strumento essenziale per la creazione di una società e comunità politica moderna. Intorno alla metà dell’800 l’immigrazione in Colombia fu molto limitata, con una presenza di meno di 850 stranieri provenienti dall’Europa e dal nord America. Ma prima della fine di quel secolo la immigrazione ebbe impulso grazie allo sviluppo dei trasporti navali e soprattutto all’attività delle agenzie per l’emigrazione incaricate da società di imprenditori, soprattutto europei, per portare forza lavoro nei luoghi dove esisteva attività di sfruttamento di ricchezze agricole e minerarie, come in Colombia.
Molti emigranti, infine, arrivarono in Colombia addirittura per sbaglio: lo scalo al porto di Santa Marta veniva scambiato per l’approdo finale negli Stati Uniti o in Argentina e, una volta scesi dalla nave, ci si accorgeva troppo tardi dell’errore….
(*) In quel periodo storico Panama formava insieme alla Colombia lo stato di“Nuova Granada”
Due scorci della città di Monteria nel XIX secolo; sopra, una stampa dell’epoca raffigura la costruzione della linea ferroviaria.
La
traccia più lontana nel tempo è quella di José Bonolis Santos, nato a
Monteria, nello stato di Cordoba, nel 1872. Sono in corso ricerche per stabilire se il padre, o il nonno di questo lontano Bonolis fosse italiano o, chissà, considerando la lingua, magari spagnolo, il che aggiungerebbe sicuramente una nota interessante alla nostra ricerca. Cosa lo aveva portato nella lontana Colombia? Era un commerciante? Un diplomatico? Un marinaio? Faceva parte della popolazione zingara spagnola e quindi inviato di forza nel sud america intorno al 1775-1800? Oppure era un fuggiasco? Grazie a Leila Yanet Guerrero Bonolis abbiamo cominciato a seguire una traccia …
VENEZUELA
Caracas: piccolo, grande RA
ITALIA (con Francia e Belgio)Mentre
è chiaro il legame tra i Bonolis di Teramo e quelli di Napoli, la
concentrazione di questo nome sul Lago Maggiore, che ha dato poi il via ai
Bonolis in Francia, non sembra aver avuto la stessa origine, se le
informazioni fino a qui ottenute sono corrette (‘700 nel nord, ‘400 al
centro, vedi Note Genealogiche). Con il grande flusso di emigrazione che iniziò durante la seconda metà dell’800, anche la Francia fu destinazione scelta dagli emigranti italiani, provenienti soprattutto dalle regioni del nord, che andavano a compensare la diminuzione degli espatriati di altri paesi, così come gli altri connazionali che si recavano in America rimpiazzavano la precedente ondata di immigrazione anglosassone. Durante quegli anni in Francia, a parte l’impegno del controllo del suo impero coloniale, era già iniziato il processo di sviluppo industriale ma, contrariamente alla tendenza di aumento di popolazione negli altri paesi limitrofi, già nell’800 in quel paese si verificava una definitiva tendenza al contenimento della crescita dei suoi abitanti, e non erano disponibili abbastanza risorse umane da impiegare in settori come l’edilizia, le costruzioni ferroviarie, cave e miniere, ecc. Già durante il periodo del Risorgimento italiano, intorno al 1850, la Francia aveva rappresentato un rifugio per i perseguitati politici italiani. Alla fine del XIX secolo il numero di italiani presenti in Francia, senza contare i lavoratori di tipo stagionale, si aggirava intorno ai 300.000, ed era formato in prevalenza da manodopera edile e agricola, e operai metallurgici che rappresentavano una forza lavoro a basso costo rispetto ai lavoratori nazionali per i quali erano previste prestazioni assistenziali da parte dello stato. Nonostante essi si accontentassero di salari bassi, gli italiani furono protagonisti della vita sindacale di quel tempo e fomentatori di scioperi scoppiati in diverse parti della Francia meridionale di allora. Con la presenza di questa forza lavoro, fiorirono anche molti laboratori, botteghe e officine di vario tipo di proprietà italiana.
Lago Maggiore
Domenico,
capostipite del Belgio, Giuseppe, della Francia, e Carlo: potevano essere
fratelli?
Teramo
I seguenti alberi genealogici sono ovviamente da considerarsi incompleti, soprattutto per quanto riguarda gli anni dal 1860 in poi. Le professioni, o mestieri, sono tratti dagli atti di nascita ovvero il padre – o chi per lui – normalmente lo dichiarava insieme ad altre informazioni al momento della registrazione della nascita. Per quanto riguarda i nomi delle mogli, per motivi di spazio non è stato sempre possibile inserirli ma, ove disponibile, l’informazione può essere fornita su richiesta specifica. I nomi dei morti in giovane età non sono quasi mai riportati.
Napoli
La fuga da Teramo nel 1820 del pittore Giuseppe Bonolis (vedi sezione “Personaggi”), segna l’inizio del ceppo napoletano. Maurizio di Napoli ci fornisce con entusiasmo il suo albero genealogico:
Questo stemma fu trovato tra le carte
ARGENTINA
Vi fu un Giuseppe Bonolis, dichiaratosi agricoltore, che il giorno 17 febbraio del 1889 scese da una nave partita da Genova. Il nome della nave: "Duchessa di Genova". L'età di Giuseppe: 38, celibe. Riuscì a trovare fortuna in quel paese? Non sembrerebbero esserci tracce di odierni Bonolis in Argentina, ma non si può mai dire.........
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