Il mio
amore, insostituibile
La barca di
muove lenta,
solca le onde
spumeggianti di luce,
il sole si
sommerge.
Il mio mento
appoggiato sulla tua spalla,
i nostri capelli
che si accarezzano.
I ricordi di
libertà assaporata riaffiorano
nel silenzio di
queste mura.
Una pausa per
capire,
per riprendere i
battiti dei nostri cuori,
per vedere più
in là dell’oggi,
raccoglimento
per chiedere scusa al cielo,
addolorato da
tante accuse ricevute…..
La pioggia verrà
E i semi
germoglieranno,
ed i fiori
raccolti insieme addobberanno
di luce
mattutina il nostro desco familiare
per la gioia di
tutti noi.
Per sempre ti
amo, RA.
Fiammella
La tremula fiammella danza
nelle tenebre
accompagnando l’anima tua
devota.
Illumina l’attesa
dell’incontro con l’Ignoto
che tu
cerchi da sempre,
e riscalda il tuo cuore un
tempo infranto.
E` tua fedele amica, regina
di riti e di rinunce,
e dolce e` la sua luce
che non abbaglia gli occhi
tuoi onesti
in cerca di fiducia.
Lilli 17 giugno 2000
Hiroshima
La mattina ,
tranquilla,
ora di uscire,
la gente per strada,
gli studenti , con
le uniformi;
la colazione che sà di
caffè,
e di sachè;
Hiroshima,
Hiroshima,
il tempo si ferma;
il lampo della bomba , che
silenziosa cade;
l’aereo,
gira e scappa al sicuro;
i militari sono orgogliosi
dell’orrore;
non capiscono, non
capiscono;
scienza esatta, volontà di
distruggere;
il nemico;
vogliono la vendetta;
guerra sporca;
e la bomba plana
lentamente,
come un frutto orrido;
prole maligna;
guscio di morte;
sganciato dall’aereo;
e poi,
un lampo accecante;
pochi secondi;
il niente,
la gente, volatilizzata;
ferita,
bruciata;
tutti morti, tutti
maledetti dalle radiazioni;
contaminati, feriti,
condannati;
il tempo si è fermato ad
Hiroshima;
pace, pace;
al diavolo le bombe,
che stiano dove sono;
e questi omuncoli,
che sganciano la morte,
che vadano altrove;
meglio la pace;
meglio tentare,
meglio la parola,
cercare altre vie;
bomba maledetta,
bomba maledetta.
Stefano Mendel "cantore
vagabondo, beat, menestrello metropolitano, cercatore di umanità, bardo
on the road"
Poesie tratte dalla raccolta inedita
di “Cameo Blù”
Ti sognai
Ti sognai, che eri in prigione.
E il giorno dopo, infatti, eccomi sul treno
che correva nelle valli
piene della malinconia d'autunno ormai vicino.
E cantavamo insieme, lei ed io,
nenie di altri tempi, di altre stagioni.
E m'impregnavo
di quegli odori acri di terra secca.
Dei sudori pungenti dei passeggeri.
Del fumo delle mie sigarette consumate in fretta.
Dell'odore caldo dei fienili sparsi.
E ne masticavo il sapore,
e lo sentivo che mi penetrava nella pelle.
Dopo, riuscii a vederti.
Tu di là, io di qua.
E c'era gente che si stringeva le mani,
e tutti mormoravano in tono affannoso
le cose che avevano da dirsi.
Ci abbracciammo,
sopra il tavolo di pietra.
E cercavo di buttarti addosso quegli odori,
raccolti per te,
e ti stringevo per farteli sentire,
e dentro di me urlavo forte: perche’, amica mia?
Perche’...
Piangendo piano, ti aggrappavi a me,
e, inevitabilmente, per un attimo soltanto,
tornammo insieme
sotto le pinete della nostra infanzia.
Dietro le finestre appannate
si apriva il nostro mondo di avventure,
e dopo i folli temporali di marzo
le rondini con gli occhi aperti
aspettavano nell'erba il funerale.
Ma noi non sapevamo allora
che ora i poeti non dicono neanche piu’:
sono tornate le rondini.
Sotto la quarta luna
Sotto la quarta luna,
il viandante saggio dischiude la porta
e riscopre tesori vecchi di millenni
(il gigante di pietra di La Paz sembra sorridere),
e dopo il ciclo perpetuo del tempo,
egli scopre la sua vera identita’..:
Dio e’ in ognuno di noi,
perche’ noi siamo Dio.
Poesia
Turca
Ricordati come,
inebriati d'erba e di sole,
noi abbiamo quasi sognato
le punte dei minareti intingersi nel cielo
e, in corsa col tempo,
quasi strappato dal firmamento
le stelle che intimidivano all'alba.
Anche tu l'hai sentito
il mistero degli altipiani sperduti
cosparsi di cardo pungente,
in attesa di una tazza di caffe’.
E quando dietro a un cespuglio di rovi
c'investiva improvviso l'odore del mare,
noi gli siamo corsi incontro,
per filtrare il nostro corpo
dall'amarezza dell'occidente.
Lontano.
E poi ci allontanammo in fretta,
come bambini strappati alla loro madre,
quasi accecati da tanta serenita’.
Dopo
l'amore
Nella notte, il battito dei semafori
scivola a tratti sull'asfalto bagnato
della citta’.
Lontano, e’ rimasto il nostro cuore,
dentro l'umida nebbia
colorata di luce di luna.
E noi corriamo nella notte,
e il battito gelido dei semafori gialli
scivola a tratti sull'asfalto bagnato
della citta’.
Lontano, e’ rimasto il nostro calore:
si va spegnendo pian piano,
e il freddo della notte
ne mangera’ le ultime scintille.
E noi corriamo nella notte,
ormai gia’ incantati
dal battito gelido dei soliti semafori gialli.
Solitudine,
muta come l'azzurro del fumo,
dolce come il sapore di un bacio.
Tenera come il petalo di una rosa,
vicina come l'esistenza di un amore.
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